Ibra. Essere Ibrahimovic. Zlatan Ibrahimović non è solo un calciatore che ha segnato in maniera indelebile gli ultimi due decenni, Ibra è soprattutto una fede laica, una religione pagana. E lui, sommo sacerdote del culto di se stesso, si è raccontato e si è fatto raccontare tramite una liturgia continua, una (auto)celebrazione amplificata dai social network che ha contribuito a costruire il suo status.
Nel bene o nel male, purché se ne parli (liberamente tratto da Oscar Wilde) I calciatori moderni sono soliti interagire con un grande numero di persone tramite i social network e di far trasparire da essi le loro emozioni. Su Instagram, Facebook e Twitter - ora dopo ora - ognuno di noi è in grado di scoprire cosa pensi il nostro beniamino in un click.
Da quando esistono i Social, molte dichiarazioni dei calciatori sono state rese disponibili al grande pubblico con un click e senza fatica.
E' così che in un freddo pomeriggio invernale il terzino ivoriano del Paris Saint Germain Serge Aurier decide di intervenire sulla piattaforma web Periscope per parlare (male) del suo allenatore e di alcuni compagni di squadra.
Tra l'altro, il pomeriggio è proprio quello del 14 febbraio: San Valentino.